Lavoro a scuola da diversi anni come referente di uno sportello di ascolto per alunni Docenti e genitori.
Entrando in classe spesso propongo attività utili a riflettere su tematiche delicate e scottanti.
L’attività che vorrei suggerire tra queste righe l’ho ideata per corrispondere alle frequenti richieste dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado riguardo alla tematica della presa in giro e del bullismo.
L’esperienza maturata dialogando con i ragazzi maturato la consapevolezza di quanto la letteratura o un filmato mirato siano degli strumenti educativi e di riflessione estremamente efficaci e catalizzatori dell’attenzione per i giovani discenti.
Casualmente navigando nella rete mi sono imbattuta in un video che tratta l’argomento del bullismo: si tratta di una storia inventata da studenti di una secondaria di primo grado e pertanto i vissuti messi in scena sono verosimili e ben si accostano alla sensibilità e ai disagi dei ragazzi adolescenti.
Il video si intitola “Naso da clown”, e tratta la vicenda di un ragazzo di 13 anni che a scuola prende di mira con scherzi pesanti i ragazzi più piccoli di lui ed in particolare un Down, estorcendogli anche denaro. Le compagne di classe stanche di subire chiedono aiuto alla Preside che svela i retroscena familiari del ragazzo, abbandonato dalla madre in quanto vittima di percosse da parte di un padre arrabbiato e violento. La madre promette al figlio di tornare a prenderlo una volta trovato un lavoro sicuro. Le compagne del bullo , comprese le dinamiche che si celano dietro la maschera della prepotenza, lo invitano a rendersi utile attraverso un volontariato presso un’Associazione di ragazzi con disabilità.. ed è proprio in occasione della prima visita all’Associazione che gli viene messo un Naso da clown!
La metodologia che uso nel proiettare questo video, consente di attivare una visione attiva e partecipe alla vicenda, in quanto interrompo la proiezione in alcuni momenti cruciali interagendo con i ragazzi e chiedendo loro di immedesimarsi nella vicenda ed immaginare le motivazioni dei protagonisti, come avrebbero agito al loro posto, accordo o disaccordo con le scelte della regia.
Ho individuato almeno 3 momenti salienti per interrompere la visione ponendo alcune domande alla classe:
La prima domanda che formulo è come si sarebbero comportati se fossero stati i compagni di classe del bullo un questione.
A questo interrogativo scattano le identificazioni o le dichiarazioni di atti di prepotenza o bullismo subiti e qualche volta in passato agiti. I ragazzi si dichiarano e condividono volentieri i loro vissuti se messi in una condizione di assenza di giudizio e valutazione.
La seconda domanda riguarda l’immaginare che tipologia di famiglia ci sia dietro il ragazzo prepotente. Nella maggior parte dei casi le risposte emergenti sono molto vicine alla vicenda ideata nel filmato.
Gli studenti immaginano genitori in crisi, separati o comunque ingabbiati in un rapporto conflittuale le cui conseguenze ricadono sui figli. Accade con molta naturalezza che qualcuno dichiari qualche litigio in famiglia o riporti vicende di amici, familiari in situazioni analoghe. E` toccante notare come non affiori mai il giudizio o la critica da parte dei presenti ma tutti ascoltino e partecipino in rispettoso silenzio.
Terzo punto che sottolineo attraverso l’interruzione è quello riguardante la scelta materna di andare via di casa per non subire più la violenza coniugale.
Chiedo se condividono la scelta o ne avrebbero fatta un’altra. In genere a questo punto della proiezione affiorano considerazioni e valutazioni che forniscono l’occasione per parlare delle diverse forme di violenza, sia nei confronti della donna che dell’essere umano in generale…Come affrontarla…e rompere il silenzio uscendo dalla solitudine e dal dolore condividendo, denunciando, comunque parlandone ed aprendosi con qualcuno, possibilmente adulto, se si tratta di un minore.
Gli Insegnanti sempre presenti nel corso delle attività che propongo, rilevano quanto sia efficace ed educativo un messaggio veicolato attraverso un video piuttosto che esclusivamente attraverso il linguaggio verbale. Sicuramente la memoria visiva supporta in modo eccellente la registrazione dell’esperienza e dei contenuti emersi nel corso dell’attività.
Altro aspetto interessante risiede nella ricaduta positiva della proiezione del filmato sui ragazzi.
Quando torno a distanza di una o 2 settimane per avere un feedback sugli interventi proposti, gli studenti mi rimandano di avere resettato in qualche modo il loro approccio alla presa in giro sia nel ruolo di vittima che di carnefice in quanto hanno allargato la consapevolezza sulle possibili dinamiche che si celano dietro un atto di bullismo.
Inoltre qualche Docente prende spunto dalla metodologia suggerita nella visione del filmato per applicarla anche nei diversi ambiti disciplinari, riscontrando un’attenzione più vigile e una partecipazione alla lezione con maggiore gradimento e coinvolgimento.
Dott.ssa Antonietta Sajeva Psicologa Psicoterapeuta