Separarsi dal coniuge rappresenta un’esperienza intrisa di forti vissuti emotivi, spesso l’inevitabile epilogo di conflitti, scontri, incomprensioni covate, espresse, non risolte.
Rare le separazioni indolori e civili, dove si concordano modalità e strategie per continuare a dialogare e confrontarsi senza inciampare nelle trappole del risentimento, del rancore e della sottile vendetta che a volte si sposta e proietta sui figli, investiti di responsabilità e oneri che non competono loro.
In teoria ci separa dal coniuge, mai dai figli, ma nella pratica spesso succede che l’emotività prenda il sopravvento sul rispetto di una genitorialità condivisa che non dovrebbe mai essere deficitaria.
Non esistono separazioni indolori per i coniugi che non abbiano ripercussioni e conseguenze sul vissuto emotivo dei figli: questa è una realtà con la quale occorre fare i conti per affrontarla consapevolmente mettendo in atto tutte le strategie possibili utili a ridurre al minimo la sofferenza per i minori.
Non ci si separa da un giorno all’altro… quando un rapporto finisce la sua chiusura è il punto di arrivo di un percorso costellato di silenzi, crisi, litigi, incomprensioni, vedute diverse.
E i figli assistono,
ascoltano,
capiscono oltre le parole non dette,
decifrano emozioni dietro i silenzi
o le maschere indossate in nome di una illusoria protezione.
Spiegare con parole semplici , senza entrare in dettagli che non interessano , il perché della separazione, evitando accuse e colpe reciproche, soprattutto allontanando la tentazione di mettere il coniuge in cattiva luce screditando la sua figura o cercando una sottile alleanza e complicità funzionale a colpevolizzare e denigrare il genitore che non condivide più la vita familiare.
Il figlio è fragile e facilmente invischiabile nelle dinamiche conflittuali degli adulti. Il minore non possiede l’obiettività di giudizio nello scenario familiare, si lascia catturare e coinvolgere nello schieramento a favore di uno o l’altro coniuge…se il genitore non è in grado di mantenersi neutrale e non denigratore nei confronti dell’ex partner.
Non servono tante spiegazioni sul perché ci si separa, perché le motivazioni sono intime e personali e riguardano solo la coppia: ai figli occorre garantire che l’amore e le attenzioni di entrambi i genitori non verranno mai a mancare, anche se si esprimeranno attraverso modalità diverse.
Certamente quando un genitore non vive più sotto lo stesso tetto, il figlio avverte la mancanza che può essere addolcita o alleggerita da una costante presenza telefonica, dai weekend trascorsi insieme o dai pomeriggi o serate che una genitorialità condivisa serenamente permetteranno di vivere.
A volte il genitore che si allontana ha l’opportunità di recuperare nel tempo che trascorre con i figli, un rapporto o dialogo che prima era carente e insoddisfacente. Ricordare che solo lo scorrere del tempo ristabilirà i giusti equilibri emotivi: ogni separazione necessita di elaborazione, riassestamento, adattamento a nuove situazioni.
Occorre essere cauti e prudenti prima di presentare ai figli un’eventuale nuovo partner. Vedere accanto al genitore un’altra figura che non sia l’ex coniuge rappresenta per il figlio un passo ciclopico che spesso viene sottovalutato dall’adulto. Le indicazioni e raccomandazioni da suggerire sarebbero molteplici…ma credo che sia sufficiente dotarsi di un sano buon senso, di tanta delicatezza e prudenza e soprattutto di cercare di mettersi nei panni del figlio provando a immedesimarsi nel suo disagio e sofferenza, per alleggerire la portata del suo dolore.